L'orgoglio
di Arjuna
Arjuna stava attraversando
il Sud dell'India durante la sua spedizione di conquista, finché
giunse a Ramasethu, il luogo dove Rama costruì il ponte
per poter raggiungere Lanka.
Si sentì pieno di orgoglio per la sua impareggiabile abilità
nel tiro con l'arco e pensò che avrebbe potuto costruire
questo stesso ponte con le frecce anziché mettendo pietra
su pietra come fece Rama, ed espresse il suo pensiero a voce
alta: "Se fossi stato Rama, avrei teso il mio arco e costruito
un ponte di frecce sopra il mare e sarebbe stato tanto solido
che l'esercito avrebbe potuto passare senza problemi!"
Hanuman, sentendo questo, apparve innanzi a lui con un sogghigno
che lo rendeva ancora più spaventoso e lo sfidò
a costruire un simile ponte che fosse in grado di sorreggere
anche solo una scimmia come lui.
Vi era però una clausola in questo accordo che decretava
la morte di Arjuna se questi avesse fallito nella sua impresa;
questa era la meritata punizione per la sua vanità e per
aver osato discreditare Rama.
Arjuna lanciò una freccia dietro l'altra e queste si andavano
incastrando l'una nell'altra formando una solida struttura uniforme
che univa l'India a Lanka.
Hanuman affermò che quel ponte era troppo fragile, ma
Arjuna gli rispose che se non avesse sopportato il suo peso egli
si sarebbe tolto la vita.
Hanuman fece solo pochi passi quando il ponte si sbriciolò
e cadde in mille pezzi nel mare!
Conformemente alle sue parole Arjuna accese la pira per immolarsi
ed espiare il suo peccato di orgoglio di essersi ritenuto superiore
a Rama ma, proprio mentre stava per entrare nel fuoco, apparve
il Signore Krishna.
Krishna chiese ad Arjuna la ragione di questo suo strano comportamento,
come se non lo sapesse, e Gli fu spiegato dell'accordo che era
stato preso e del fallimento conseguente di Arjuna.
Krishna affermò, allora, che nessun accordo può
essere ritenuto valido senza la presenza di testimoni, pertanto
il ponte doveva essere costruito nuovamente alla sua presenza.
Arjuna lanciò ancora le frecce e di nuovo fu costruita
la struttura. Hanuman provò a camminarvi sopra con tutto
il suo peso ma questa volta il ponte non crollò.
Hanuman allora saltò su di esso con tutta la sua forza,
ma non avvenne nulla, neanche uno scricchiolio.
In realtà Krishna, nella sua forma sottile, stava sostenendo
il ponte sulla sua schiena, allo stesso modo di come sostenne
il monte Mandara durante l'epoca in cui gli dei ed i demoni agitarono
il mare di latte.
Arjuna e Hanuman cominciarono a capire ciò che avveniva
quando la schiena di Krishna prese a sanguinare; entrambi si
resero conto che il Signore era venuto ad intercedere per salvare
l'onore del suo devoto.
Arjuna, umiliato per l'accaduto, si prostrò ai piedi di
Hanuman, lo pregò di perdonarlo e gli chiese il suo aiuto
nelle prossime battaglie.
Hanuman accettò di prestare il suo aiuto poiché
realizzò che Arjuna era l'amato devoto del Signore Krishna.
Fu così che durante la battaglia del Kurukshetra Hanuman
comparve sullo stendardo del carro di Arjuna, proteggendolo e
dandogli forza e coraggio contro i nemici Kauravas che furono
infine distrutti.